ILLUMINOTECNICA: dai tre livelli di Luce di Richard Kelly alla moderna Human Centric Lighting.

ILLUMINOTECNICA: dai tre livelli di Luce di Richard Kelly alla moderna Human Centric Lighting.

Come usare la luce in modo professionale per illuminare ambienti privati e aziendali

“Oggigiorno, una buona illuminazione è essenziale per vivere bene. E per vivere devi poter fare tutte quelle cose che compongono la tua vita come leggere, scrivere, cucire; cenare, giocare a bridge o a ping-pong; trovare un abito o un vestito adatto nel guardaroba; dare un party dove tutti stanno meravigliosamente e sembrano fantastici. Idealmente, l’illuminazione viene pianificata direttamente nella fase di progettazione della casa.” 

Richard Kelly – Light Designer

Richard Kelly (1910-1977) è una figura importante del mondo dell’illuminotecnica. Viene considerato un pioniere della progettazione illuminotecnica qualitativa.

Prima di Richard Kelly la progettazione dell’illuminazione era prerogativa dei soli ingegneri e spesso si traduceva in una luce “pratica”, funzionale, sufficiente per poter lavorare e muoversi in sicurezza nella stanza. 

La luce era quasi sempre uniforme in tutto l’ambiente, senza tenere in considerazione lo scopo del luogo in sé o i bisogni di chi quel luogo lo viveva.

I light designer più intraprendenti – come lo stesso Richard Kelly – si trovavano di fronte a un muro di gomma quando presentavano progetti più audaci della media o che si discostavano troppo dalla classica illuminazione. 

Gli veniva risposto, semplicemente, che se loro stessi fossero stati degli architetti, avrebbero compreso da soli l’impossibilità di realizzare gli schemi illuminotecnici proposti.

La rivoluzione di Richard Kelly, pioniere del Lighting Design

Kelly rifiutò l’idea di una illuminazione concepita solo come un impianto di poco valore da aggiungere a un progetto già esistente. 

In un periodo in cui solo pochi designer consideravano l’illuminazione come una delle colonne portanti di un progetto architettonico, Kelly andava persino oltre e insisteva nel considerarla parte integrante dell’esperienza abitativa.

Secondo lui era fondamentale pianificare cosa le persone dovevano vedere e come dovevano vederle.

L’osservatore – chi vive o lavora in quell’ambiente – diventa il soggetto attorno al quale sviluppare il progetto architettonico e illuminotecnico. Con un passato da tecnico delle luci di teatro, Kelly rifiuta il principio di illuminamento unitario degli ambienti per introdurre anche nell’architettura una prospettiva scenografica della luce. 

Quello che per noi sembra ormai scontato, per quei tempi era rivoluzionario.

Kelly fu uno dei primi architetti specializzati in light design che cercarono di rendersi autonomi dalla figura dell’elettricista e dell’ingegnere…

… e lo fece teorizzando la necessità di concentrarsi su tre tipi di illuminazioni distinte: Ambient Luminescence, Focal Glow, Play of Brilliants.

Vediamo di cosa si tratta.

Ambient Luminescence, la Luce per Vedere

La Luce per Vedere è pensata per illuminare un ambiente senza creare ombre e senza focalizzarsi su dettagli o angoli della casa o dello studio. 

È un tipo di luce confortevole, che non stressa gli occhi delle persone che vivono quell’ambiente e anzi aiuta anche a rilassare i nervi.

Focal Glow, la Luce per Guardare

“La Luce per Guardare cattura l’attenzione, unisce insieme parti diverse, facilita la vendita di prodotti, separa le cose importanti dalle cose non importanti, aiuta le persone a guardare.”

R. Kelly

Kelly introduce un secondo tipo di illuminazione, cioè la Luce per Guardare.

È un tipo di luce che si focalizza su un dettaglio, su un pezzo d’ambiente mettendolo in risalto.

La Focal Glow si basa sul presupposto che se illumini in modo diverso determinati punti, attiri l’attenzione su di loro.

Non dimentichiamo che Kelly proviene dall’illuminazione teatrale perciò il Focal Glow per molti versi sembra il concetto dell’occhio di bue: una luce che illumina e segue i protagonisti dell’opera, mettendone in risalto i gesti e movimenti.

Allo stesso modo, le zone più importanti degli ambienti vengono evidenziate con una illuminazione accentuata e quelle meno importanti con una illuminazione più fioca. 

Ecco alcuni esempi di dove si può trovare oggigiorno questo tipo di illuminazione: 

  • Nei musei e nelle gallerie d’arte, dove appositi fari illuminano i singoli pezzi e mettono in risalto l’opera più pregiata della collezione.
  • Nei locali con luci soffuse ma con lampade che illuminano i singoli tavoli, tanto da creare quasi un effetto di isola di luce in mezzo al mare buio.
    (Se vuoi approfondire l’argomento dell’illuminazione nella ristorazione puoi cliccare qui)
  • Un faretto che illumina la poltrona su cui ti siedi abitualmente per leggere un buon libro e rilassarti.

Play of Brilliants, la Luce per Osservare

“La Luce per Osservare eccita il nervo ottico, che a sua volta stimola il corpo e lo spirito, stimola l’appetito, risveglia la curiosità, affila l’arguzia…”

R. Kelly

Il terzo tipo di luce, la Luce per Osservare è l’essenza della luce stessa. 

La luce non è più un banale strumento che serve ad illuminare una stanza o dare importanza a un oggetto o uno spazio…

La luce diventa essa stessa oggetto di ammirazione. 

Si trasforma in un vero e proprio elemento architettonico che conferisce vita e atmosfera, apprezzata soprattutto negli ambienti di rappresentanza.

Secondo Kelly, la Luce per Osservare è quel tipo di luce che ti incanta come un cielo pieno di stelle, i riflessi di un diamante o di un lampadario a specchio.

Come si è evoluta l’illuminotecnica: lo Human Centric Lighting

La tripartizione della luce di Richard Kelly è un’intuizione straordinaria, anche se limitata dal livello tecnologico della prima metà del XX secolo.

Oggi la tecnologia ha fatto passi da gigante e la Domotica e lo Human Centric Lighting hanno reso possibili scenari che all’epoca di Kelly erano inimmaginabili.

Ma tutta questa tecnologia ha anche aumentato la complessità di un ambiente: non ci si può più limitare a soli 3 livelli possibili di luce. 

Ogni ambiente e ogni attività ha bisogno della propria luce. Addirittura ogni occhio percepisce e sopporta la luce in modo diverso. 

La scienza su cui si basa lo Human Centric Lighting mette l’uomo al centro di qualsiasi progetto. Ogni persona ha una sensibilità differente alla luce e questa sensibilità varia anche durante il corso della giornata. 

Questo è il motivo per cui ristoranti, abitazioni, uffici o locali commerciali non possono avere un solo livello di illuminazione: in base all’attività svolta sarà più utile avere una luce diffusa o una luce concentrata; una luce fatta per attività generiche e una luce fatta per attività specifiche che richiedono un illuminamento maggiore.

Inoltre, in uno stesso ambiente possono svolgersi attività diverse nel corso della giornata. 

Prendiamo ad esempio una Panetteria in stile francese: una Boulangerie.

La mattina può sfornare brioches calde, baguette e panini per colazione e l’illuminazione richiesta sarà calda, morbida affinché la clientela possa iniziare bene la giornata, vedere bene i prodotti esposti e decidere cosa comprare da portar via. 

La sera l’atmosfera cambia perché cambia anche il tipo di clientela: una penombra, luci colorate e un’illuminazione sul bancone e sui tavoli rendono più piacevole la serata dei clienti che questa volta preferiscono mangiare un panino o una pizza di fronte a un buon drink.

Oppure immagina un salotto con cucina in una villa.

Il fine settimana c’è bisogno di molta luce perché magari vengono a cena ospiti con bambini piccoli che giocano sul tappeto…

Ma durante il resto della settimana forse vorresti un fascio di luce concentrato sulla tua poltrona preferita per leggere un buon libro o una luce soffusa per vedere un film romantico sgranocchiando popcorn.

I 5 livelli di illuminazione moderna

Riassumendo il più possibile, distinguiamo almeno 5 livelli degli ambienti:

  • Luce generale per guardare: è una luce base che ti permette di svolgere la maggior parte delle attività come muoverti in sicurezza, percepire gli oggetti e le persone. Viene ottenuta grazie alla luce architetturale: faretti, proiettori e profili led sapientemente integrati nell’architettura.
               
  • Luce per vedere: è una luce più forte che ti permette di compiere attività specifiche come cucinare, lavorare al computer o leggere libri, documenti, ecc..
               
  • Luce per emozionare: è una luce la cui unica funzione è estetica. Si ottiene tramite lampade ornamentali, giochi di riflessioni e ombre, quadri o elementi degni di nota come rivestimenti.
               
  • Luce notturna: è una luce studiata specialmente per gli ambienti commerciali e residenziali che vengono vissuti anche di notte. Questo tipo di luce viene piazzata in punti strategici proprio per offrire sollievo agli occhi come ad esempio, nel bagno o nella cucina di una casa; o per illuminare i tavoli di un ristorante, la hall di ingresso di un albergo o i corridoi di un hotel
               
  • Luce dinamica: è una luce che varia intensità e colore in base alle esigenze. È possibile deciderne il colore (luce calda, luce bianca, luce fredda e luce colorata) seguendo il ciclo naturale del sole in modo da non alterare il normale Ritmo Circadiano (clicca qui per saperne di più sul legame che c’è tra la luce, il Ritmo Circadiano e la salute psicofisica).

Il giusto mix di questi livelli di luce – e di conseguenza dei corpi illuminanti – renderà un ambiente unico, efficiente ma soprattutto confortevole. 

Come possiamo aiutarti noi di Helitec?

La nostra esperienza decennale è al tuo servizio.

Possiamo creare un impianto illuminotecnico cucito su misura in base alle tue esigenze e alla tua sensibilità alla luce.

Noi di Helitec ci siamo specializzati in tutti gli aspetti che riguardano lo Human Centric Lighting per cui siamo in grado di consigliarti i migliori dispositivi e le soluzioni più adatte al tuo caso.

Solo un professionista dell’illuminazione può garantirti una perfetta atmosfera dovuta alla luce.


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